sabato 16 giugno 2012


“Addio” ad una Italia che non c’è più
 di Guido Di Vito

Questa volta Aurelio, con “Addio” ha superato se stesso, e non è soltanto una mia opinione. Ha fatto vibrare le corde dei sentimenti di una generazione legata affettuosamente ai ricordi degli anni ’60: al suo boom, alle sue canzoni, al periodo spensierato delle vacanze, del Jiùbox, all’emancipazione della donna. Un bagno di
piacevoli ricordi per poi precipitare nel dramma con la sorte del piccolo Ermanno Lavorini, trovato assassinato nel bosco nei pressi di Viareggio. Uno sfregio del “branco”? un atto estremo di un pedofilo? un assassinio politico? Di tutto si lesse in quei giorni sul delitto del dodicenne. Un delitto empio per quei tempi compiuto il 31 gennaio del 1969. Il cadavere del bambino fu ritrovato da un cane il 9 marzo successivo alla scomparsa, sepolto nella sabbia di una pineta di Marina di Vecchiano.
Soltanto nel ’77 furono trovati e condannati i colpevoli, tre ragazzi appartenenti ad associazioni politiche di destra. Un caso che ha fortemente impressionato l’opinione pubblica di allora, un caso che stravolse la vita di Carlo, anche se il nonno tentò di fargli capire in tutti i modi che, quella brutta fine di quel bambino, non lo doveva riguardare così intensamente. Ma così non fu, per Carlo quella morte di un suo coetaneo, segnò per sempre la sua vita.
 Un romanzo sicuramente autobiografico, essendo Aurelio fortemente legato a quel periodo in quanto vissuto direttamente e conoscendolo quella morte crudele di Ermanno Lavorini, lo avrà sicuramente segnato. Quegli anni, che non si sono più ripetuti, li ha fatti ritornare e rivivere, come in un flashback, attraverso gli occhi
di un bambino, Carlo che, cresciuto con il nonno in quanto orfano, particolarmente interessato, ha seguito attentamente l’evolversi del periodo più vissuto del ‘900 e fatto suoi gli insegnamenti del nonno che, stranamente non ha un nome. Quasi sicuramente Carlo è l’alter ego di Aurelio fortemente legato a quel periodo e “Addio” è tutto quello che Aurelio era e che a noi ha voluto raccontare. “Addio” è stato presentato a Velletri giovedi 7 giugno a Villa Bernabei, ma già aveva avuto delle ottime recensioni che lo collocano fra i migliori scrittori contemporanei italiani. Suoi importanti colleghi intervenuti alla
presentazione, quali Carola Susani, Andrea Caterini e Claudio Damiani, lo hanno sottolineato. L’incontro con il pubblico, molto partecipativo, è stato condotto dalla dr.ssa Emanuela Treggiari, Presidente del Consiglio Comunale. Io, purtroppo non ero presente, ma di Aurelio conosco molto ed apprezzo i suoi valori, si dal 1992 con “La Schiuma” . Aurelio, ti ringrazio per avermi fatto rivivere quegli anni, i più belli della mia generazione, anni che sono diventati una leggenda. 
Sei il nostro Orgoglio!

venerdì 15 giugno 2012

Franco Di Mare e “Casimiro Rolex”


Franco Di Mare e “Casimiro Rolex”
                                                                                                                di Guido Di Vito

Ottavia Lavino e Franco Di Mare
La cultura che fine ha fatto? Mormorava le gente di Velletri in quegli anni di vita <<destrorsa>>. “La Cultura è resuscitata” ci sarebbe da rispondere. Basta pensare a Villa Bernabei che da quando è stata ristrutturata, ha spalancato le porte ad eventi colturali con un crescendo rossiniano. Così è anche stato per Porta Napoletana, ma anche per il museo diocesano e quello civico, così come per la Libreria Mondadori e la Sala delle Conferenze della Banca Popolare del Lazio. Ma non si è trattato di un fritto misto, di cose banali e retoriche ma di veri e propri eventi letterari e pittorici. Uno dei più riusciti è stata la presentazione del libro del giornalista Franco Di Mare “Casimiro Rolex” avvenuta nella sala delle conferenze della Banca il 29 maggio. Franco Di Mare, che tutti conosciamo per il suo impegno televisivo su Rai 1, al timone di <<Uno Mattina week end e di Uno Mattina Estate>> insieme alla brava Elisa Isoardi. Ma dell’impegno giornalistico di Franco se ne potrebbe parlare in straordinaria quantità, è dal 1983 che è inscritto all’albo dei giornalisti professionisti e quindi da quasi 30 anni di lavoro sia nella ca rta stampata che nella televisione, ma noi lo conosciamo bene anche grazie ad Ottavia Lavino, che nel suo mensile “Non Solo Rosa”, il 21 dicembre 2011, in prima con il titolo <<Un giornalista Romantico>>,  apparve una lunga ed esaustiva intervista della brava Sara Gemma. Ma veniamo a “Casimiro Rolex”, il personaggio del quartiere di Scampia che campa scippando orologi.  L’evento, ben riuscito, ed a presentare il giornalista è stata, naturalmente, Ottavia, mentre il libro lo ha presentato l’avv. Renato Mammucari che ha omaggiato lo scrittore con uno dei suoi lavori più belli: <<NAPOLI il Paradiso visto dall’inferno>>, un capolavoro molto apprezzato dal giornalista . La sala era gremita di appassionati di letteratura e fans del giornalista, tra cui il sindaco Fausto Servadio, il Presidente della Banca Popolare del Lazio dr. prof. Renato Mastrostefano, l’ass. alla Cultura Daniele Ognibene e molte signore che lo seguono la mattina, insieme a Elisa Isoardi. Il tema del romanzo è naturalmente a sfondo sociale, Casimiro, il protagonista è un guappetto di quartiere che vive con lo scippo, specialmente di orologi, possibilmente Rolex. E’ uno spaccato della Napoli edoardiana  ma di oggi e non dei quartieri spagnoli, dove il popolo non vive ma sopravvive, arrangiandosi come meglio può ma sicuramente commettendo reati, anche se piccoli. Franco Di Mare è napoletano e ama la sua città anche se vi manca da 25 anni e lo dice con orgoglio e racconta una trafila di siparietti napoletani anche storici, come lo sciopero dei contrabbandieri di “bionde” perché la Finanza gl’impediva di lavorare.  Alla fine la fila per la dedica sul libro e i saluti.
“Casimiro Rolex” è edito da Cairo Publishing, Milano, maggio 2012 e costa Euro 9. Brava Ottavia,  le tue innumerevoli iniziative culturali stanno arricchendo la Città.

martedì 5 giugno 2012

Il Forum Nazionale dell’Associazione Sportiva dilettantistica al Coni


Il Forum Nazionale dell’Associazione Sportiva dilettantistica al Coni
                                                                            di Guido Di Vito

L'intervento del professor Livio Mastrostefano nella Sala Rossa del CONI
Il mondo sportivo dilettantistico continua a far sentire la propria voce e mira ad interlocutori sempre più qualificati. Le associazioni sportive dilettantistiche si sono così ritrovate Martedì 29 Maggio, presso <<La Sala Rossa>> del CONI a Roma, nel Forum Nazionale “Tutela dello Sport dilettantistico e dello sport di Alta Prestazione: il ruolo della Politica” organizzato dal Comitato “Salviamo lo sport dilettantistico” alla presenza di una rappresentanza trasversale del mondo politico e delle principali istituzioni sportive. In particolare, hanno preso parte all’evento gli onorevoli Giovanni Lolli ( PD), Riccardo Milana (API), Claudio Barbaro (FLI), Gabriella Carlucci (UDC) e il consigliere comunale di Roma Capitale Gemma Azuni (SEL); assenti purtroppo per sopraggiunti impegni dell’ultima ora, il padrone di casa Paolo Barelli (PDL), comunque dignitosamente rappresentato nell’occasione dal Delegato allo Sport di Roma Capitale Alessandro Cochi e Luisa Rizzitelli (IDV).  Le istituzioni sportive sono state rappresentate dal Presidente del Comitato Regionale Lazio del CONI Alessandro Palazzotti e dal  Presidente del Comitato Provinciale di Roma del CONI Riccardo Viola, anche se sino all’ultimo momento sembrava certa la presenza  dei vertici nazionali del CONI e del Vicepresidente della Lega Nazionale Dilettante Calcio; da sottolineare, infine, l’importante contributo dato da alcuni degli esperti fiscalisti più blasonati nel settore del mondo sportivo e primi su tutti il tributarista Celestino Bottoni e i  commercialisti Fabio Romei, Roberto Bresci e Stefano Andreani. La questione posta nel suo intervento d’apertura dal moderatore Prof. Nereo Benussi e dal Presidente del Comitato “Salviamo lo sport dilettantistico” Prof. Livio Mastrostefanio  il quale da alcuni anni si sta battendo come un gladiatore nell’arena nel puntare il dito sul problema. Ecco il suo intervento: E’ ormai un tema dominante nel mondo sportivo dilettantistico e, ogni giorno che passa, sempre più d’attualità: il rischio che i capillari controlli dell’Agenzia delle Entrate, quando mirati a colpire violazioni di carattere formale, finiscano per minare alle fondamenta un modello sportivo nazionale come quello italiano che poggia le sue basi sul volontariato e comunque su un’organizzazione non imprenditoriale. Come più volte riconosciuto dagli interventi dei presenti al Forum,  il modello italiano di organizzazione dello sport dilettantistico, da quello di base a quello di alta prestazione, è caratterizzato dalla delega di fatto del settore pubblico a una miriade di soggetti privati, ai quali sono concesse agevolazioni appunto perché svolgono una funzione pubblica, costituiti per la stragrande maggioranza nella forma di associazioni non riconosciute giuridicamente, senza quindi un’autonomia patrimoniale perfetta: sono oltre 100.000 associazioni sportive dilettantistiche che, grazie alla loro capillare presenza sul territorio, svolgono un ruolo suppletivo di welfare. E’ stato anche ribadito che senza i benefici che derivano dalla pratica sportiva, sullo Stato graverebbe il 25% in più delle spese sanitarie e che ogni 100 euro di spesa pubblica per il settore dello sport (sotto forma di contributi, agevolazioni, etc.) corrispondono a 1000 euro di costi risparmiati per il SSN. Il messaggio al mondo politico è stato chiaro; lo sport, in particolare quello dilettantistico, ha bisogno del riconoscimento del proprio ruolo e valore e chiede a gran voce che da un lato sia fatta chiarezza nel dedalo di adempimenti normativi e fiscali, dall’altro che le verifiche mirino a scovare chi abusa di agevolazioni che non gli spettano e non chi svolge un ruolo sociale e non riesce a rispettare con assoluta puntualità gli adempimenti formali. E’ probabilmente necessaria una riforma immediata del quadro normativo che arrivi a definire in modo univoco e inequivocabile cos’è un’associazione sportiva dilettantistica; contestualmente, è bene che ci sia un intervento per riabilitare quegli enti che in questi ultimi anni si sono visti disconosciuti il regime fiscale agevolato per meri errori formali e adesso rischiano di scomparire sotto la scure di multe salatissime. Se dovesse perdurare il clima di epurazione di questo recente passato, non bisognerà stupirsi se si assisterà a vere e proprie fughe di massa da parte di chi, dirigenti e presidenti, sacrifica tempo, energie e spesso soldi per promuovere sport, ma non può permettersi di rischiare il proprio patrimonio personale”. Il concetto basilare è stato ben espresso dal consigliere della “Velitrae”, il prof. Livio Mastrostefano che è stato uno dei promotori del Forum dello Sport Dilettantistico e del grosso rischio che sta correndo a livello nazionale. Mastrostefano si batte fieramente per la causa, particolarmente riguardante la nostra A.G. Velitrae, nata più di un secolo fa. Livio né è il portabandiera, in quanto è stato per tanti anni allievo, ginnasta affermato e poi istruttore. A lui si deve la presenza in sala del mondo sportivo veliterno, rappresentato dal consigliere comunale Massimo Andolfi, del dr. Fulvio Mastrostefano  rappresentante della Banca Popolare del Lazio, sponsor dell’evento, il rag. Franco Maione, presidente dell’Atletica “Roma Sud” , e membro del comitato “Salviamo lo Sport Dilettantistico”, Giorgi Ivan, D.T. del settore maschile ed ex affermato atleta dell’ <<A.G. Velitrae>>, la giovane ginnasta Livia Caracci che per l’occasione ha svolto il ruolo di marcatempo cronometrando gli interventi dei relatori, il prof. Sandro Sambucci, intervenuto nel dibattito in rappresentanza de “La Destra” e della Pallavolo. Abbiamo piacevolmente notato la presenza della dr.ssa Antonia Paparelli, Vice Presidente Regionale del Coni, da sempre vicina a Velletri e alla “Velitrae”. Senza alcun dubbio il Forum è stato un successo. Sicuramente i media di tutt’Italia né parleranno positivamente.